
Abbiamo scelto, come teatro della nostra unione un luogo dove crediamo che il tempo, il cambiamento e la libertà di pensiero siano significativi.
Il matrimonio con rito civile si svolgerà nel complesso Vignola Mattei (ex Santa Maria in Tempulo), una chiesa sconsacrata al centro di Roma.
Vi aspettiamo per chi volesse essere presente il giorno 20/06/2025 ore 16:30
Vi consigliamo essere in loco intorno alle ore 16:15
La storia di Vignola Mattei
Di proprietà del Comune di Roma e incantevole nella sua semplicità, questo piccolo edificio alle pendici del Celio è una chiesa sconsacrata dove oggi si celebrano i matrimoni con rito civile.
La sua storia parte da molto lontano, basti pensare che la strada in cui sorge, via Valle delle Camene, ripercorre il tracciato iniziale della via Appia antica e ricorda nel nome l’antichissima fonte sacra alle ninfe Camene, da cui le Vestali attingevano l’acqua per i loro riti.
Un piccolo oratorio dedicato a Sant’Agata fu costruito in questo luogo da una comunità religiosa greca probabilmente già alla fine del VI secolo. All’inizio del IX secolo, la chiesa risulta collegata a un “monasterium Tempuli” al cui interno era conservata una veneratissima icona mariana che, secondo una delle leggende, era stata donata da un certo Tempulus – anche se è più probabile che l’appellativo Tempulus derivi dalla vicinanza della chiesa con un tempio (un templum) di epoca romana. Quel che è certo è che la chiesa con l’attuale dedicazione e l’annesso monastero di monache benedettine sono menzionati per la prima volta in modo inequivocabile nel 1155: risale a questo periodo il campanile i cui resti sono oggi inglobati nella muratura esterna.
Meno di un secolo dopo la chiesa viene però abbandonata: quando San Domenico è incaricato di fondare il primo ordine monastico femminile di clausura, sceglie proprio le monache di Santa Maria in Tempulo (chiamate le Tempoline) e nel 1222 le fa trasferire nel vicino monastero di San Sisto Vecchio, dove verrà portata anche l’antica icona della Madonna (oggi nella chiesa di Santa Maria del Rosario a Monte Mario). Il complesso diventa allora una casa privata fino a quando, nel XVII secolo, è inglobato nella tenuta di Villa Celimontana (all’epoca di proprietà della famiglia Mattei) e trasformato presumibilmente in un ninfeo. Descritto come un fienile nelle piante settecentesche del Nolli, l’edificio viene salvato dalla distruzione in occasione della creazione della passeggiata archeologica del Parco di Porta Capena all’inizio del Novecento e dato poi in uso gratuito, fino agli anni Ottanta, ad artisti come gli scultori Michele La Spina, Francesco Sansone e Ugo Quaglieri.